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Abruzzo - Terra degli eremi

Abruzzo - Terra degli eremi

Gole e caverne, in passato sede di cerimonie del culto italico, in età medievale sono state trasformate in numerosi eremi, santuari e cappelle solitarie dal fascino mistico e molto spesso difficili da raggiungere per la loro posizione geografica.
Gli eremi sono incastonati perfettamente nel paesaggio e l’incantevole visione che offrono ripaga della fatica del percorso per raggiungerli.

Eremo di Santo Spirito a Majella Roccamorice (PE)

è una particolare edificazione tra le rocce, fonde perfettamente l’elemento architettonico e la bellezza paesaggistica. Le sue origini risalgono al 1244. Rappresenta il luogo dove dimorò inizialmente Celestino V, sui monti della Majella.

Eremo di San Bartolomeo in Legio

nei pressi di Roccamorice (PE), arroccato all’interno della parete rocciosa che colpisce, guardandola da lontano, per i tanti colori e le tante grotte. Si raggiunge attraverso un sentiero. Il fiume nella valle, anche nei periodi estivi, di secca, conserva una piccola sorgente potabile chiamata “fonte catenaccio”, le cui acque sembrano abbiano avuto proprietà miracolose.

Eremo di Sant’Onofrio al Morrone

un altro eremo voluto da Celestino V. E’ monumento nazionale dal 1902, posto sulle pendici dell'omonimo monte, nei pressi di Sulmona (AQ), risalente al XIII secolo, che custodisce la memoria di Pietro Angelerio (Pietro da Morrone), il frate eremita che qui visse e che divenne papa nel 1294 con il nome di Celestino V e poi santo. È raggiungibile attraverso uno scosceso sentiero sebbene di facile percorribilità che conduce dalla frazione Badia, al margine orientale della Valle Peligna sino alla quota di 620 metri dove è posto l'eremo.

Eremo/Grotta di San Giovanni all’Orfento Majella

È uno di quei luoghi che ti lascia senza parole sopraffatto dalla meraviglia.

Si trova sulla Majella nel Comune di Caramanico Terme (PE), a circa 1.230 mt s.l.m.
Si narra che in questo luogo Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, vi si ritirò per allontanarsi dai rumori dei numerosi fedeli che ormai lo seguivano e lo veneravano nel vicino Eremo di San Bartolomeo in Legio. Come su tutta la Majella e il Morrone anche qui è evidente la mano di quest’uomo in simbiosi con la natura; impressionanti le tecniche per immagazzinare l’acqua che filtrava nella roccia. L’Eremo oggi è costituito da 3 piccole stanze. Particolare è l’ingresso tramite un camminamento scavato nella roccia che nell’ultimo tratto bisogna percorrere strisciando a terra per oltrepassare la roccia che fuoriesce.